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La Girometta, l'ultimo souvenir

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Farina, acqua e una penna colorata di gallina. Così nasce la girometta, il classico souvenir del Sacro Monte, che fu donato persino al Papa Giovanni Paolo Il durante la visita del 1984. Le bancarelle le hanno vendute per decenni, per pochi spiccioli, ai turisti e ai pellegrini che affrontavano la salita delle Cappelle. La tradizione s'è poi persa pian piano. Oggi a tenerla viva sono soltanto quegli inguaribili romantici dell'Associazione dei Bosini. Vittorina Ermolli, classe 1903, è l'ultima rappresentante di un mestiere ormai estinto da un pezzo, quello di artigiana e venditrice di giromette. Abita con la nipote in una vecchia casa nei pressi della Prima Cappella.
La sua abitazione è un piccolo museo di reliquie, vecchie foto, stampe e quadretti alle pareti. Il padre faceva il vetturino al Sacro Monte con una carrozza trainata dai buoi e morì nel corso della prima guerra mondiale. La mamma Luigia, invece, passò la vita a vendere giromette al Conventino, un'attività molto diffusa tra le donne del Sacro Monte che, nei primi anni del '900, arrotondavano così i magri guadagni della famiglia.
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