Di notte, salendo al santuario
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Di notte, salendo al santuario
INDUSTRIA E LIBRI D'ARTE
Sposato senza figli, Canziani lavora da quasi trent’anni su commissione, fotografa per l’industria, pubblicità e cataloghi. Ha studio e sala di posa a Castiglione Olona, in via Nazario Sauro 4. Occasionalmente scatta foto per giornali e università e, quando capita, contribuisce a libri d’arte come “Dalla parte di Masolino” (Lativa, 2005), “Il gotico nelle Alpi, 1350-1450” (Provincia di Trento, 2003, catalogo della mostra che si tenne nel castello del Buonconsiglio) e “Varese provincia d’autore” (Istituto Geografico De Agostini, 2005) che racconta la terra dei laghi attraverso la testimonianza di Massimo Boldi, Angelo Branduardi, Ottavio Missoni, Dario Fo, Davide Mengacci e altri varesini famosi. “Il Notturno nacque proprio da quell’esperienza – racconta Canziani – uno dei protagonisti del libro, Uto Ughi, aveva vissuto da bambino a Busto Arsizio e raccontò che lo portavano in gita sulla via Sacra e rientrava sul far della sera quando le silhuettes delle Cappelle già si stagliavano contro il cielo blu stellato. Volevo documentare quel ricordo e cercai l’inquadratura con vari viaggi notturni. Così mi è venuta l’idea del nuovo libro”.
PAURA DEL BUIO
Le foto non hanno un fine descrittivo. Lo scopo non è documentare le strutture architettoniche con le eventuali brutture (sporcizia, cantieri, il parcheggio davanti alla prima Cappella che richiede impegno al fotografo per non vedere le automobili). Sono immagini senza tempo e trascurano anche la presenza umana. “Il Notturno è un percorso di emozioni che si distacca dal frenetico lavoro quotidiano e la copertina ne è il simbolo. Ritrae la quinta cappella retroilluminata dalla luna, che ha richiesto un paziente studio delle luci e dei colori secondo le stagioni e le condizioni atmosferiche”.
Non ha provato mai paura a lavorare da solo a notte fonda, quando è buio pesto? E nessun disagio a fotografare con il gelo, di notte, in inverno? “Si, all’inizio qualche brivido l’ho provato, ma avevo bisogno di fondermi con l'ambiente per riconoscere le sfumature fra cielo, bosco e cappelle – ammette Canziani - Il Sacromonte è sempre aperto ed è in fondo uno dei pochi musei che si possono visitare anche di notte. Ciò infonde fiducia, è come se non ci fosse nulla da temere. Poi s’incontrano i frequentatori notturni, una piccola corte dei miracoli che popola la salita delle Cappelle al chiaro di luna”.
POPOLO DELLA NOTTE
Già. Da chi è composto il “popolo della notte” sulla montagna sacra? Nessuno più di Canziani può spiegarlo: “La domenica si trovano comitive che scendono tardi dopo aver cenato al ristorante, qualcuno corre in tuta da ginnastica, gruppi di scout fanno veglie notturne e ragazzi con la chitarra si fermano a chiacchierare e a sentire musica alla decima cappella, che ha il portico più largo e guarda il lago con un bel panorama. Ho trovato qualcuno che dormiva, clochard d’estate e d’inverno e alle prime luci dell’alba, ogni sabato mattina, scendendo a fine lavoro, ho incontrato la processione di fedeli che sale al santuario recitando il rosario”.
Resta da dire che Canziani ha sviluppato in studio il progetto di “Notturno” con la collaborazione di Micaela Greco d'Alceo, grafico e creativo e di Marco Moggio, assistente fotografo, e lo ha consegnato completo di foto, grafica, impaginazione e testi all'editore Arterigere di Mario Chiarotto e Carlo Scardeoni. Il libro è stato stampato in mille copie ed è in distribuzione in tutte le librerie lombarde.