VISITA AL BORGO DI SANTA MARIA DEL MONTE

Viuzze ombose e scalinate ripide, anfratti profumati d'umidità e balconcini in ferro battuto aperti sulla pianura lombarda; eleganti ville liberty e sottopassi rischiarati dalle lanterne. E ancora, l'austera stazione della gloriosa funicolare e i grandi alberghi con terrazze protese nel vuoto, la "rizzada" che risale parallela all'ultimo tratto del vialone delle cappelle e i tanti cortili ombreggiati da piante secolari, la piazzetta del Monastero e quella sotto il Santuario dove si fermò a pregare e a benedire Varese Papa Wojtila nel 1984. Il paese di Santa Maria del Monte, comune autonomo fino al 1927, non vuol dire solo la salita delle cappelle e il Santuario: l'antico nucleo abitato nasconde nei suoi vicoli e lungo le sue stradicciole veri e propri gioielli architettonici, testimonianze di un passato glorioso, vestigia medievali e tracce del boom turistico d'inizio secolo che meritano una visita attenta...
Tracciamo dunque per il turista che voglia conoscere più in profondità Santa Maria del Monte un itinerario nel borgo, che costeggia e sfiora i grandi e più conosciuti monumenti religiosi. Cominciamo la visita da piazza Pogliaghi, là dove termina la corsa del bus cittadino della linea 'C' e dove è a disposizione dei visitatori che giungono in macchina un piccolo parcheggio libero e non custodito. La piazza si affaccia su prati scoscesi verso il fondovalle della Rasa e la zona pianeggiante tra Varese e Induno. Imboccando via del Ceppo, in direzione del paese, troviamo sulla destra un'ampia porzione di bosco attrezzato per i picnic, con tavoli rustici e anfratti riparati. La strada prosegue ombreggiata dalle piante in salita via via crescente, passando a lato del cimitero nuovo e giungendo infine ai piedi della Fontana del Mosè, punto culminante della salita a piedi delle Cappelle. Qui i turisti trovano i servizi igienici, l'ascensore per salire al Santuario ed il Presepe permanente.

Imbocchiamo la scalinata acciottolata che sale sulla destra, giungendo in via dell'Assunzione. Nel pilastro d'angolo dell'antico castello, oggi trasformato in residenza privata meglio conosciuta come ex Albergo Camponovo, è murata una lapide marmorea del 1605, in ricordo dell'asperità del sentiero che anticamente conduceva al borgo. La scalinata prosegue in salita. Sulla destra si apre una piccolo parco-giochi terrazzato con vista sull'ultimo tratto della via delle Cappelle e, salendo l'ampia scalinata a destra, si raggiunge lo spiazzo panoramico sottostante il Monastero da cui ammirò il panorama Papa Giovanni Paolo II quando venne in visita a Santa Maria del Monte.
Lo sguardo abbraccia ad est il bacino del Ceresio con le vette italo-svizzere, giungendo al comasco e al lecchese, con le alte sagome delle Grigne e del Resegone; sullo sfondo, nelle giornate più terse, è distinguibile il gruppo Bernina-Disgrazia. A sud si stende la pianura lombarda, aperta su tutto il varesotto fino a Milano, di cui si distinguono agevolmente i grattacieli; non è impossibile poi riuscire a vedere più a sud, verso l'Oltrepò e fino ai primi contrafforti dell'Appennino ligure. Ad ovest si apre invece la regione dei laghi: Varese, Monate, Comabbio, Biandronno ed il Verbano, coronate dalla catena alpina verso il Piemonte.
Tornando in via dell'Assunzione, si giunge all'ingresso del sottopasso della Casa Parrocchiale di via Cardinale Federico, che porta al convento delle Romite e all'ingresso ovest del Santuario. Recenti lavori di restauro hanno restituito il fascino dei muri in pietra a vista e calce, dei soffitti in legno e sono state inoltre collocate alle pareti lanterne in stile che rischiarano il percorso. A metà del passaggio, sulla sinistra, da notare una bella edicola con la statua della Vergine che brilla nell'ombra; poco oltre, rimane visibile il cippo funerario con l'iscrizione dedicata alla memoria di Sesta, Rufa e Veruncio della tribù Onfentina (III-IV sec.). Dalle antiche finestre che si aprono sulla sinistra si scorgono scorci e panorami insoliti tra le case e i laghi sottostanti. Il percorso continua per un brevissimo tratto all'aperto: sopra l'uscita del sottopasso si può notare un bellissimo arco gotico in pietra, ora inglobato nelle murature. Si raggiunge la luminosissima piazzetta del Santuario, affacciata sulla pianura con i laghi prealpini ai piedi del Campo dei Fiori. Qui è collocata l'entrata del museo Baroffio; sopra l'ingresso principale del Santuario, si notano gli antichi affreschi della facciata; interessante anche l'entrata laterale del convento delle Romite, con cortile, parlatorio e ruota per offrire l'acqua ai pellegrini.
Prendiamo poi via Salvatore Bianchi: dopo l'Hotel Sacro Monte, la via discende per un centinaio di metri, fino all'area verde appena attrezzata, che comprende un antica cappelletta. Di fronte è stata di recente collocata l'imponente statua della Natività, opera dello scultore Angelo Maineri. Scendiamo poi verso la stazione della funicolare seguendo via Giuseppe Sommaruga: sulla destra notiamo la spettacolare scalinata con lampioni e corrimani in ferro battuto liberty, da cui è visibile il ripido percorso finale della funicolare. Dall'Hotel Colonne, affiancato alla stazione, parte la via Fincarà, che costeggia gli ampi giardini delle tante ville d'inizio secolo affacciate sul versante occidentale del paese. Imboccando invece via Beata Caterina Moriggi, che dall' Hotel Colonne risale verso il cuore del borgo, troviamo sulla sinistra l'antico lavatoio del paese, oggi in via di restauro, e pochi metri dopo l'edificio del Borducan, mitico locale di Santa Maria del Monte.
La via s'addentra poi nel cuore del borgo: la strada si stringe fino a diventare un vicolo ombroso; sulla sinistra appena dopo il primo ponticello che scavalca la viuzza, sotto la scaletta d'accesso ad una casa privata, esiste ancora un'antica cisterna scavata in epoca romana. Il secondo ponticello risale all'epoca medievale ed è riconoscibile per la particolare finestra bifora; poco più avanti, sulla destra, sorge la casa che fino al 1927 ospitava il Municipio. Sulla sinistra è possibile imboccare una ripida scalinata che si ricollega a via Cardinale Federico: da notare la pittoresca fontanella sul bivio. Prendendo a sinistra, dopo qualche altro gradino, troviamo un'antico portale gotico, tra i pochi cimeli rimasti dell'antica rocca. Salendo a destra dalla fontana, giungiamo invece sotto l'hotel Camponovo, un tempo parte del castello: da notare la scritta sulla trave di sostegno al sottopassaggio, su cui si legge 'Grande Hotel Camponovo con terrazze di Fumagalli Luigi, telefono n°2'.
Da questo piccolo atrio, illuminato dalla luce gialla di una lanterna, si sale verso l'androne coperto che sbuca in via dell'Assunzione, nel punto d'inizio del nostro percorso. Sempre sotto l'Hotel Camponovo si apre un cortile con portale in pietra (Porta Tenaia), antico ingresso di una delle due osterie esistenti a Santa Maria nel '500. Tornando invece in via Caterina Moriggi e proseguendo oltre l'ex municipio, tra antiche case e balconi fioriti, arriviamo al bivio con via Beata Giuliana, che scende dolcemente verso il museo Pogliaghi, allargandosi tra bellissime case alte sulla vallata. Via Beata Caterina Moriggi prosegue invece più alta e termina sulla 'rizzada' (via dell'Assunzione), poco sopra il bar Milano. Da notare il caratteristico affresco di Reggiori del 1998.
Tornando in via dell'Assunzione, si giunge all'ingresso del sottopasso della Casa Parrocchiale di via Cardinale Federico, che porta al convento delle Romite e all'ingresso ovest del Santuario. Recenti lavori di restauro hanno restituito il fascino dei muri in pietra a vista e calce, dei soffitti in legno e sono state inoltre collocate alle pareti lanterne in stile che rischiarano il percorso. A metà del passaggio, sulla sinistra, da notare una bella edicola con la statua della Vergine che brilla nell'ombra; poco oltre, rimane visibile il cippo funerario con l'iscrizione dedicata alla memoria di Sesta, Rufa e Veruncio della tribù Onfentina (III-IV sec.). Dalle antiche finestre che si aprono sulla sinistra si scorgono scorci e panorami insoliti tra le case e i laghi sottostanti. Il percorso continua per un brevissimo tratto all'aperto: sopra l'uscita del sottopasso si può notare un bellissimo arco gotico in pietra, ora inglobato nelle murature. Si raggiunge la luminosissima piazzetta del Santuario, affacciata sulla pianura con i laghi prealpini ai piedi del Campo dei Fiori. Qui è collocata l'entrata del museo Baroffio; sopra l'ingresso principale del Santuario, si notano gli antichi affreschi della facciata; interessante anche l'entrata laterale del convento delle Romite, con cortile, parlatorio e ruota per offrire l'acqua ai pellegrini.

La via s'addentra poi nel cuore del borgo: la strada si stringe fino a diventare un vicolo ombroso; sulla sinistra appena dopo il primo ponticello che scavalca la viuzza, sotto la scaletta d'accesso ad una casa privata, esiste ancora un'antica cisterna scavata in epoca romana. Il secondo ponticello risale all'epoca medievale ed è riconoscibile per la particolare finestra bifora; poco più avanti, sulla destra, sorge la casa che fino al 1927 ospitava il Municipio. Sulla sinistra è possibile imboccare una ripida scalinata che si ricollega a via Cardinale Federico: da notare la pittoresca fontanella sul bivio. Prendendo a sinistra, dopo qualche altro gradino, troviamo un'antico portale gotico, tra i pochi cimeli rimasti dell'antica rocca. Salendo a destra dalla fontana, giungiamo invece sotto l'hotel Camponovo, un tempo parte del castello: da notare la scritta sulla trave di sostegno al sottopassaggio, su cui si legge 'Grande Hotel Camponovo con terrazze di Fumagalli Luigi, telefono n°2'.
Da questo piccolo atrio, illuminato dalla luce gialla di una lanterna, si sale verso l'androne coperto che sbuca in via dell'Assunzione, nel punto d'inizio del nostro percorso. Sempre sotto l'Hotel Camponovo si apre un cortile con portale in pietra (Porta Tenaia), antico ingresso di una delle due osterie esistenti a Santa Maria nel '500. Tornando invece in via Caterina Moriggi e proseguendo oltre l'ex municipio, tra antiche case e balconi fioriti, arriviamo al bivio con via Beata Giuliana, che scende dolcemente verso il museo Pogliaghi, allargandosi tra bellissime case alte sulla vallata. Via Beata Caterina Moriggi prosegue invece più alta e termina sulla 'rizzada' (via dell'Assunzione), poco sopra il bar Milano. Da notare il caratteristico affresco di Reggiori del 1998.